Giovedi Santo – Farsi ultimi
È la giornata del servizio, della cura per gli altri, si cerca di mettere in primo piano non le nostre esigenze ma quelle di chi ha più bisogno. Non possiamo uscire è vero, ma all’interno delle nostre mura gli equilibri si sono spostati, i ruoli sono cambiati… fermiamoci a riflettere su chi , attorno a noi, è più debole.
Accanto al crocifisso appoggiamo una brocca d’acqua e un asciugamano.
Segno di croce
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,1-4)
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Riflessione
Tutti siamo pronti a condannare il tradimento di Giuda. Così come siamo pronti a condannare chi usa la violenza, chi uccide, chi ruba, chi sfrutta gli altri. Ma se guardiamo dentro di noi dobbiamo riconoscere che quando pensiamo di amare qualcuno rischiamo di farlo in modo ambiguo. L’amore per il proprio compagno di vita non rischia di essere soffocante, possessivo, ricattatorio? La preoccupazione per i figli non rischia di impedire loro di vivere la propria vita? Il volontariato è sempre un servizio o spesso è solo un modo per scaricare le nostre frustrazioni personali trovando un ambito in cui possiamo sentirci padroni di un pezzetto di mondo? Diamo consigli a chi è più giovane o in difficoltà perché vogliamo aiutarlo o per manipolare le sue decisioni e sentirci potenti?
Sarebbe pericoloso se non vedessimo che dentro di noi ci sono queste cose che hanno una sola radice: ci sentiamo piccoli e fragili di fronte alla vita, all’apprezzamento o al rifiuto degli altri, di fronte al futuro incerto e pensiamo di dover mettere la maschera di quelli perfetti, forti e potenti, che hanno il pieno controllo.
Sarebbe pericoloso non vedere tutte queste macerie; ma sarebbe altrettanto pericoloso smettere di credere di poter trovare lì in mezzo una strada per amareIl gesto di Gesù ci salva dalla disperazione. La sua vita è fragile, debole, rifiutata – mai come in quella sera; ma lui, poiché si fida del Padre, non smette di credere che la sua vita abbia un valore. Non ha bisogno di mettere la maschera dei potenti di questo mondo, non ha bisogno di usare la violenza o il ricatto per dimostrare di valere qualcosa. Per questo può continuare a donarsi, a servire, a essere per gli altri: si cinge un asciugamano in vita come l’ultimo dei servi. E solo per questo è il Signore e il Maestro.
Ogni volta che ci facciamo lavare i piedi da lui, ogni volta che spezziamo il pane e versiamo il vino in memoria di lui, impariamo a non aver bisogno di fare quelli forti e potenti, per offrire le risorse che abbiamo, tutta la nostra vita senza paura.
Preghiera
Gesù, Signore e Maestro che serve,
continua a lavarci i piedi
per insegnarci ad abbandonare
i panni dei migliori, dei perfetti,
di quelli che non falliscono;
ad indossare un semplice asciugamano,
che non nasconde le nostre imperfezioni,
i nostri difetti, il nostro bisogno di perdono,
ma ci lascia liberi di amare e di farci amare.
Quell’asciugamano per te non è stato uno scudo,
non ti ha difeso dall’incomprensione,
dal tradimento, dall’abbandono.
E non difenderà noi.
Ma, vestendolo, ci mettiamo nelle mani del Padre
che custodirà la nostra vita e la nostra dignità
dentro e oltre i fallimenti e la morte.
Perché lui è il Dio che da sempre ci aiuta
ad aprire strade dove vediamo solo macerie.
Facciamo qualche istante di silenzio ricordando le persone e le situazioni per cui vogliamo pregare.
Padre nostro
Segno di croce