Domenica delle Palme e della Passione del Signore
In questa quarantena la nostra casa è diventata tutto il nostro mondo, il luogo di lavoro e di studio, la piazza per le chiacchiere, la palestra…
Cerchiamo allora di ricreare in casa nostra un angolo che sia un po’ la nostra Chiesa e che ci possa accompagnare verso la Pasqua.
Tutti in casa abbiamo un crocifisso ma forse è nello stesso posto da anni, una presenza sicura ma un po’ invisibile. Preparate un tavolino o un ripiano e appoggiateci il vostro crocifisso, il primo passo per il nostro altare.
Segno di croce
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,1-11)
I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: «Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!». Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: «Chi è costui?». E la folla rispondeva: «Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea».
Riflessione
Siamo al dunque. Gesù si avvia verso Gerusalemme per testimoniare anche lì la sua fede, la sua “idea” di Dio e uomo, di come dovrebbe essere vissuta la vita. E le sue idee non vanno bene ai potenti del momento: o rinnega tutto o entra in conflitto con loro.
Immaginiamo cosa dev’essere passato nella testa di quest’uomo di Nazaret guardando le mura di Gerusalemme. “Cosa ne sarà stato dei miei progetti, di ciò che ho iniziato, dei discepoli? E’ possibile non essere capiti in questo modo?”. Pensiamo al dubbio, alla tentazione più amara: “Non mi sarò ingannato su tutto?”
Sentiamolo profondamente fratello, questo Gesù, nel dubbio e nella paura che ci prendono quando dobbiamo affrontare qualcosa che non conosciamo e che non possiamo controllare, qualcosa che ci sembra immensamente difficile, qualcosa che sentiamo come ostile e forse fallimentare.
Sarà affrontare un confronto con chi amiamo; prendere una decisione per la nostra vita; dire una verità scomoda eppure necessaria; affrontare la situazione che questa malattia sta provocando nel nostro paese. Le mura di Gerusalemme sono alte e sembra che dentro non ci sia altro che macerie.
Gesù, che è maestro oltre che fratello, va incontro a tutto questo in groppa ad un asino. Come se dicesse: “Non voglio armarmi, voglio continuare ad essere vulnerabile come sono stato fino ad ora. Perché la mia forza è la fiducia: fiducia nel Padre che mi accompagna, fiducia nelle mie capacità di rimanere lucido, fiducia negli altri, nei fratelli che dentro hanno le risorse per capire. Anche se ora mi rifiuteranno e combatteranno. Per questo il Padre mi custodirà non da ogni male, ma dentro ogni male e lì mi aprirà una via.”
Preghiamo Gesù, il Maestro, di aiutarci ad avere la stessa incrollabile fiducia: nelle nostre risorse, in quelle dei nostri fratelli e nel Padre che parla ad ogni cuore per muoverlo al bene.
Preghiera
Gesù, fratello, compagno di viaggio,
davanti alle mura di Gerusalemme,
ci fermiamo con te a guardare
ciò che abbiamo paura di affrontare
nella nostra vita.
Signore Gesù, Maestro,
insegnaci a non farci bloccare dal timore,
ma ad andare incontro al futuro
salendo su un asino.
Con la fiducia che il Padre
ci aiuterà a dare quanto ci è possibile dare
anche in situazioni difficili e complesse,
ci aiuterà a perdonare e perdonarci,
a non perdere la speranza di potercela fare.
E custodirà la nostra vita e la nostra dignità
dentro e oltre i fallimenti e la morte.
Perché lui è il Dio che da sempre ci aiuta
ad aprire strade dove vediamo solo macerie.
Facciamo qualche istante di silenzio ricordando le persone e le situazioni per cui vogliamo pregare.
Padre nostro
Segno di croce